San Domenico
il sapere al servizio della fede
Con S.Francesco è uno dei due grandi astri della Chiesa del Basso Medioevo, come rappresenta, nella Divina Commedia, Dante:
Domenico fu detto; e io ne parlo sì come de l'agricola che Cristo elesse a l'orto suo per aiutarlo. Ben parve messo e famigliar di Cristo: che 'l primo amor che 'n lui fu manifesto, fu al primo consiglio che diè Cristo. Spesse fiate fu tacito e desto trovato in terra da la sua nutrice, come dicesse: 'Io son venuto a questo'. Oh padre suo veramente Felice! oh madre sua veramente Giovanna, se, interpretata, val come si dice! Non per lo mondo, per cui mo s'affanna di retro ad Ostiense e a Taddeo, ma per amor de la verace manna in picciol tempo gran dottor si feo; tal che si mise a circuir la vigna che tosto imbianca, se 'l vignaio è reo. E a la sedia che fu già benigna più a' poveri giusti, non per lei, ma per colui che siede, che traligna, non dispensare o due o tre per sei, non la fortuna di prima vacante, non decimas, quae sunt pauperum Dei, addimandò, ma contro al mondo errante licenza di combatter per lo seme del qual ti fascian ventiquattro piante. Poi, con dottrina e con volere insieme, con l'officio appostolico si mosse quasi torrente ch'alta vena preme; e ne li sterpi eretici percosse l'impeto suo, più vivamente quivi dove le resistenze eran più grosse. Di lui si fecer poi diversi rivi onde l'orto catolico si riga, sì che i suoi arbuscelli stan più vivi.
la sua opera: l'Ordine dei Predicatori
Meno carismatico di San Francesco, e di conseguenza meno trascinatore (l'Ordine da lui fondato ebbe un numero di membri molto inferiore all'ordine dei Frati Minori), ebbe il dono di una grande capacità organizzatrice e ordinatrice.
La sua missione è sintetizzata dal motto Caritas veritatis, la carità della verità. In un mondo urbanizzato (le città bassomedioevali che si sviluppavano sempre più), in cui fenomeni ereticali andavano riprendendo vigore seminando sconcerto e disorientamento tra i fedeli, specie per gli attacchi contro la ricchezza e il potere del clero, Domenico percepì come propria la missione di testimoniare con una vita povera che si può essere cattolici senza compromessi mondani, e soprattutto volle controbattere agli eretici con uno studio puntuale e preciso, mostrando loro che le loro teorie erano prive di fondamento tanto logico quanto biblico.
E lo studio sarà il compito principale dei suoi frati predicatori (O.P. = Ordo Predicatorum), studio sia filosofico sia teologico: se i francescani cercheranno di convertire soprattutto con l'esempio trascinante di una lieta povertà e di una vita di entusiasmo abbandonato alla Provvidenza, ai domenicani il Santo di Guzman assegnerà la missione di convincere, anche con argomenti logicamente serrati e dottamente fondati, la mente dei fedeli e degli eretici.
Nella loro lotta contro l'eresia i domenicani cercarono anzitutto di convertire con la parola e l'esempio, ma talora (nel XIII secolo, in particolare) vennero utilizzati, per la loro competenza teologica, quali inquisitori (si veda la scheda su tale tema).
Si fregiarono in tale contesto anche del nome di Cani del Signore (Dominicani come Domini Canes, posti a protezione del gregge cattolico contro i lupi dell'eresia
suoi discepoli illustri
- Sant'Alberto Magno, filosofo e teologo, maestro di
- San Tommaso d'Aquino (uno dei più grandi geni filosofici e teologici del cattolicesimo)
- San Pietro da Verona, martire (ucciso dagli eretici, da lui peraltro trattati con comprensione, nella zona boschiva tra l'alto milanese e la bassa comasca, presso Lazzate)
devozioni domenicane
Mentre i francescani hanno sviluppato una devozione soprattutto al mistero della Croce, i frati predicatori hanno coltivato una attenzione al Sacramento dell'Eucarestia (si vedano le preghiere eucaristiche attribuite a S.Tommaso) e alla Vergina Maria.
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